MALATTIA & FELICITA’ – Modulo Accoglienza – settimana 1.

L’essere umano in Omeopatia non è considerato un insieme di organi ed apparati in relazione organica tra di loro, ma un “Sistema biologico” caratterizzato da un elevato grado di ordine che si mantiene senza l’intervento di alcun agente ordinatore esterno.

Condizione indispensabile perché tale ordine interno si mantenga è che il Sistema biologico possa dissipare tutta l’energia che produce attraverso i processi metabolici o attraverso quelli che prende dal mondo esterno (calore, cibo emozioni, sentimenti). Produzione e dissipazione di energia rappresentano due meccanismi intimamente connessi. Un ostacolo alla dissipazione di energia costituisce quindi la premessa alla malattia, costringendo l’organismo vivente ad aprirsi canali secondari dispersivi. Da queste premesse possiamo considerare la malattia come un mezzo attraverso il quale un organismo vivente cerca di mantenere il suo ordine interno in condizioni ambientali avverse al fine di garantire la sopravvivenza dell’organismo stesso. Intendendo per Energia vitale la Materia “informata”, possiamo definire la malattia una disarmonia dell’Energia vitale.

Cosa sappiamo dell’ENERGIA VITALE? È un termine spesso usato nel linguaggio comune per descrivere come stiamo: oggi non ho tanta energia; questa mattina sento un’energia scoppiettante; parlare con te mi ha dato energia; alla fine della riunione non avevo più un briciolo di energia. Tanti modi per esprimere qualcosa che tutti percepiamo abbastanza chiaramente. Ecco, questo termine, per la medicina clinica non esiste, perché non è misurabile e quindi non riportabile nel campo del metodo scientifico. Mentre è alla base di tutte le medicine tradizionali compresa l’Omeopatia. Esiste una sola malattia: lo squilibrio della FORZA VITALE, che si manifesta in una moltitudine di modi diversi. Modi che chiamiamo con nomi che evocano patologie più o meno gravi, ma anche modi che designano un disagio psichico, emotivo, animico o spirituale. Se guardiamo bene, tutta la nosologia clinica e psicologica può essere ricondotta ad una alterazione della FORZA VITALE.

A cura del Dott. Devalaya Claudio De Santi

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Gli incontri di consapevolezza vocale che andremo a fare in questo primo modulo sono parte di un metodo olistico da me sviluppato nell’intenso percorso di crescita personale e dalle conoscenze acquisite negli anni di formazione professionale come Counselor e Operatore Olistico Voce&Suono, annesse alla attività continua di canto corale.

A un certo punto della vita, mi sono trovata a un bivio rendendomi conto di non avere più tanto tempo e che doveva cambiare qualcosa se volevo uscire dall’unica possibilità che avevo seguito fino a quel momento: la visione passiva della vita.  

Questa è in breve la storia, da cui parte la mia relazione interiore fatta di respiro, canto e allineamento corpo-mente-spirito.

Consapevolizzare e coltivare il respiro (in questo percorso utilizzeremo il respiro circolare lento e profondo) è una pratica millenaria che apporta benefici. Tra le sue infinite qualità, il movimento respiratorio espanso aiuta a elasticizzare la cassa toracica, tonificare il diaframma e massaggiare gli organi interni della pancia. Favorisce uno stato interiore di calma, in cui è possibile recuperare energia necessaria al corpo per vivere, aiuta l’acquietarsi dalla frenetica attività mentale e facilita lo stato di attenzione senza sforzo. Coltivando queste condizioni, nel tempo, la nostra struttura può evolversi da una condizione di contrattura e chiusura, a una disposizione di maggiore apertura e disponibilità verso l’esterno e la vita. Con pazienza e fiducia, ho scoperto che nonostante una struttura rigida e contratta dalla paura accumulata, c’era la possibilità di pormi in una condizione di ascolto, con attenzione alle infinite opportunità di vivere il qui e ora. Un passo alla volta con gentilezza e amorevole fiducia, mi sono fatta accompagnare dal respiro ogni giorno nello spazio di quiete che è il centro, da cui ogni singolo e prezioso elemento coopera in sinergia con gli altri a beneficio dell’insieme.

Aggiungere all’attività del Respiro consapevole la pratica della voce cantata è stato amplificare e consolidare maggiormente uno stato di presenza, che era altro da me e che abitava in me. Il canto è un veicolo di piacere e gioia che rigenera e nutre, è strumento alchemico di liberazione e integrazione energetico. Nella pratica si espande ulteriormente la consapevolezza del corpo come Essere con cui relazionarsi e il suono cantato assume il ruolo di catalizzatore e rigeneratore energetico, nonché strumento di benessere, tanto che il detto antico “canta che ti passa” è fondato su una verità che ognuno di noi può esperire in qualsiasi momento.

In questa settimana andremo a consapevolizzare come primo punto la disponibilità a utilizzare questi due strumenti, qual è il pensiero che abbiamo nei confronti di essi e quanto possiamo affidarci in questo nuovo viaggio percettivo. 

È importante chiarire che ognuno ha una storia, una condizione fisica ed energetica unica e quindi tutte le sperimentazioni che andremo a fare saranno autoregolate da ognuno in base alle proprie necessità del momento.

Faremo un primo passo nell’esperienza del respiro come “altro che si muove in me” e da esso ci faremo accompagnare a percepire la flessibilità del corpo che possiamo riconoscere come contenitore in cui accogliere ciò che è in me oltre me (respiro, emozioni, sensazioni). 

Le vibrazioni del canto che andremo ad ascoltare andranno a risuonare in noi favorendo lo stato di quiete e centratura.

A cura di Simonetta Buratti

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Non si è mai veramente preparati a ricevere la notizia di una malattia: è come ricevere una lettera da un mittente misterioso che ti comunica che la direzione della tua vita da quel momento avrà una decisa deviazione. Il modo in cui risponderai a quel momento determinerà la qualità con cui proseguirà quella nuova storia. Per questo allenare l’abilità di risposta a quella inaspettata sorpresa è fondamentale: perché se rispondi bene, ti darai l’opportunità di vivere l’esperienza della malattia con il sorriso (e con molte più risorse a disposizione…).
Diversamente, rimanendo cioè ignoranti rispetto alla nostra capacità di creare risposte positive agli eventi della vita, abbiamo a disposizione unicamente le reazioni protettive del cervello Limbico: nel suo archivio difficilmente si trovano memorie positive e serene rispetto alla parola MALATTIA. Ricordo bene cosa mi accadde quando ricevetti la diagnosi del Linfoma: il mio cervello protettivo si scatenò con un putiferio di pensieri ed emozioni nefaste.

Tutte le emozioni negative che si scatenano quando incontriamo la malattia esistevano già da prima nel nostro cervello: non solo, per evitarle abbiamo costruito schemi mentali, comportamentali e attitudinali rigidi, credendo che in quel modo mai avremmo incontrato pericolosi imprevisti; siamo collettivamente molto condizionati a creare false sicurezze e la malattia, quando arriva, le abbatte come le tesserine del Domino.

La malattia fa emergere semplicemente le paure esistenziali che già ci portavamo dentro: non solo, ci sono alte probabilità che si sia generata a causa dell’attrito interno cronico che tutte le memorie di paura inconsapevolmente ignorate vanno a creare nel nostro sistema corpo/mente/spirito.
Dal mio punto di vista la Sig.ra Malattia quindi non è una notizia dannosa, ma un’opportunità evolutiva: così come accaduto nella mia esperienza, e in quella di molte altre persone, ti conduce a incontrare i tuoi timori profondi; a conoscerli; ad attraversarli; a scioglierli per tornare a essere un umano libero e felice.

A cura di Abherru R. Berruti